giovedì 26 aprile 2012

NO , WE CANT


PERCHE' SCRIVI ? Perché sono un inetto .

Perché si scrive ? Perché scrivere ?


Mi dispiace ma credo di non essere in possesso di questa risposta . Non so cosa spinga quelli bravi a buttare giù versi , non oso nemmeno immaginare cosa smuova i pensieri dei bravi scrittori.
Se proprio vogliamo posso buttar giù due righe su quello che può passare nella testa di uno pessimo scrittore  .
Perché scrivo ?
Semplice , potrà sembrare banale ma credo di non saper fare altro e con questo non intendo avere la presunzione di saperlo fare in quanto reputo il mio modo di scrivere grezzo e troppo approssimato . L'autocritica è il pane dei saggi .
Vedete , le mie mani non fanno parte di quella tipologia di mani che aggiusta tutto e che riconosce le giuste brugole da quelle sbagliate come le mani dei falegnami o quelle dei contadini . No , niente affatto le mie sono mani inette , mani che si ingannano a vicenda , mani che la loro vocazione se la sono dovuta studiare .
Scrivere per quelli "non bravi" è semplice masturbazione e diffidate di chiunque affermi il contrario . Scrivere diventa per alcuni il potersi guardare allo specchio o il non sentirsi soli in una piazza ghermita di persone o un grido fuori dal coro di una città isterica . Scrivere è scappare dalla follia e fare l'amore con i propri demoni . Come fottere la claustrofobia chiudendosi in un ascensore che finisce dritto dentro sé stessi . Scrivere vuol dire essere ignorati ma con stile , Trovarsi in una stanza di albergo in una città che non si conosce senza ricordarsi nulla del viaggio , scrivere è terribile ed affascinante allo stesso tempo .

Quello per cui io lo faccio è molto semplice ...

Quel momento , quando le luci si spengono e una città intera si addormenta mentre  tu ti siedi davanti al monitor illuminato con un foglio bianco che forse non sarai in grado riempire . Scrivere è come giocarsi sé stessi alla roulette . Battere sui tasti come se non ci fosse un domani .
Senza prendersi sul serio bisogna comunque dare alla faccende un minimo di rispetto .
Ascoltate , adesso vi racconterò una cosa cosa che non ho mai raccontato a nessuno prima d'ora .
Un giorno forse per quelle quattro righe del cazzo si dovrà abbattere un albero , non mi sono mai ritenuto un'ecologista ma credo per quel fottutissimo sacrificio un minimo di rispetto sia dovuto .
D'altronde quella luce nella notte seguita dal rumore dei tasti interrompe il nostro silenzio che di tanto in tanto diventa insostenibile .

Scusate il francesismo ma io credo di scrivere perché dopo tutto i tramonti ancora mi emozionano e perché ogni mattina il vecchio pennacchio si alza ancora ed anche questo merita un minimo di rispetto .
Pace a tutti e buona giornata .


Ferdi .  

martedì 24 aprile 2012

IL GRIGIO ASFALTO DELLA CAMPAGNA elettorale

Oggi camminando verso il lavoro ho annusato il dolce profumo di questa campagna elettorale .
I futuri politici ti guardano dai cartelloni di una città vuota a perdere e tutto quello che puoi fare è sviare il loro sguardo cartonato ignorandoli autarchicamente .
Volevo buttare qualcosa nello stomaco ma il puzzo era troppo forte ed insistente come quello di un frutto marcio . E' il segno che il tanfo riesce ormai ad arrivare perfino ai piani alti dove un ipotetico zio Sam alza il dito medio gridando all'alba " BUON GIORNO E VAFFANCULO."


Perdevamo i soldi , perdevamo il lavoro e perdevamo la dignità ma "tutto andava bene " e non c'era da preoccuparsi . Personalmente non credo nella par condicio , non scrivo mai di politica perché la reputo una cosa sporca e per quanto l'arte mi piaccia sporca ed impura non potrei mai tollerare che il mio scrivere si macchiasse di idee politiche . Non sono Majakowskij e non lo sarò mai , non ne ho ne il talento e ne la voglia di prodigarmi per una rivoluzione e davanti ad un castello in fiamme io mi accenderei un bel sigaro con le ceneri del crollo di un impero . Da una parte c'è l'apollineo e dall'altra il dionisiaco mentre due isolati più in là ci sono io al pub quindi non rompete i coglioni ed andate in pace .
Mando un saluto a tutti quelli che ci credono e a tutti i miei amici che hanno il coraggio di avere un'ideale perché io quel coraggio credo di averlo perso . 
Sono crollato al tappeto sin dalla prima ripresa e mi sono addormentato sul ring in un K.O. esistenziale .
Buon giorno Genova .




Ferdi   .

lunedì 23 aprile 2012

UNA CITTA' FOTTUTAMENTE STUPENDA

Erano settimane che non entravo in questo spazio dove solitamente do libero sfogo al mio ego smodato ma questa mattina leggendo le mail mi trovai davanti il commento di The Miss , commento che mi faceva  giustamente notare il mio pessimismo cronico .  Mi veniva inoltre chiesto di scrivere magari qualche riga su quello che della nostra città Superba si potrebbe amare .
 Bene , così smosso dalla richiesta di The Miss e dalle lusinghe di Federica (che saluto) ho deciso di prendere le redini della mia pigrizia e virare verso un nuovo articolo .


In questo periodo di assenza ho perso la patente per guida in stato di ebbrezza , stato di Ebbrezza che io avevo sempre immaginato come uno un regno monarchico che faceva di ogni città una capitale dentro la quale gli abitanti banchettavano sbronzi mangiando formaggio intinto nel miele su vassoi d'argento in un baccanale continuo .  I miei sogni di gloria però sono stati fatti appezzi da una sirena e da un etilometro . Poco importa .
Qualcosa di buono da scrivere su questa città si può ancora trovare , quello che amo sono le osterie del centro dove ancora si parla un dialetto lamentoso che mette allegria come una specie di incantesimo salmodico . Amo il clima piovigginoso perché ci ricorda che anche dal pianto del cielo può nascere qualcosa di tremendamente bello come l'arcobaleno che sorride nelle nubi finendo nel mare ripreso nella foto soprastante . 
Il panificio di fiducia che ti tiene la focaccia per la pausa pranzo e il vecchietto burbero che sproloquia al bar prendendo un macchiato caldo col giornale sotto braccio . Amo il poter camminare lungo le strade che in passato hanno visto camminare Tenco , De Andrè  e Lord Byron .
Amo quei luoghi che come i romanzi che mi hanno forgiato dipingono prostitute e spacciatori come un paesaggio quasi mistico ed etereo . Amo i teatri pur odiando quasi sempre il pubblico e amo sapere che da qualche parte non molto distante Pippo Del Bono si impegna a scrivere qualche nuovo spettacolo . Mi piace immaginare che i nostri sogni vengano pilotati la notte dalla lanterna e mi piace cercar parcheggio in centro fino al fatidico " Vedi alla Berio ."che ti porta in manovre assurde . Amo Le vecchiette stizzite sugli autobus che ti guardano dall'alto verso il basso perché mi ricordano che sono si uno stronzo ma grazie a dio non ancora al loro livello . Adoro la vecchia cava smessa dei Camaldoli e l'acquario  . Il Nick Masaniello " perché fa underground " .
Amo il fatto che nei vicoli ci siano tante chiese e tanti bar perché mi rassicura sapere che sia i santi che i peccatori abbiano le stesse possibilità per smaltire i dispiaceri .



Ferdi   .   

mercoledì 11 aprile 2012

ODIO E CAFFE' PER COLAZIONE .

Iniziamo con i geni , non esattamente geni come quello della foto ma sicuramente altrettanto interessanti , i cosiddetti filosofi da ristorante .

Vi è mai capitato di finire in un ristorante ed assistere ad una discussione vecchia come il mondo che solitamente nasce tra un bambino i suoi genitori ed un uomo grasso ? Mi spiego meglio ...
Solitamente si trova il bambino sazio di un piatto di pasta porzione adulto che viene scrutato dal genio , il mito , l'unico , il saggio che si sta ingozzando come uno stronzo leccandosi le dita di tanto in tanto con le labbra unte di sugo ed il viso paonazzo per il troppo cibo assunto .
Bene , se avete mai assistito ad una scena simile sapete che il fatidico " Se fosse mio figlio gli tirerei un ceffone " bofonchiato dal signore rubicondo che continua ad ingozzarsi con instancabile e famelica ingordigia è solo il preambolo per il fenomenale , unico e acclamato dalle folle " MA NON CI PENSI AI BAMBINI AFRICANI".


Solitamente quel momento arriva più o meno al dolce , quando il grasso Socrate di circostanza con le labbra impastate di profitterol partorisce il sopra citato " Ma non ci pensi ai bambini africani che quelli non ci hanno cibo e tu fai così" solitamente in un italiano terrificante come questo .
E' qui che il grande capo , Zorro , capitan America o Cristo o qualcuno dovrebbe arrivare cavalcando un cavallo nero , togliendo con una frustata il piatto davanti al tizio in questione e dire :

Ehi , seriamente ? Hai appena bofonchiato qualcosa del genere , uno sproloquio gratuito sulla fame nel mondo ingozzandoti di cibo con un'esagerazione spaventosa ... In primo luogo in quale universo parallelo il pensare ai bambini del terzo mondo dovrebbe aprire lo stomaco a qualcuno ? Cristo santo al solo pensiero a me si chiude lo stomaco , non riesco ad immaginare la vuotezza di una persona che riesce ad ingozzarsi come uno stronzo pensando ai bambini sfortunati dal pianeta . Ed in secondo luogo AMICO , immagina di avere davanti a te uno di quei cazzo di bambini in questo momento e immagina la sua espressione nel vedere mangiare a te quello che potrebbe sfamare quattro persone solo per ingordigia e domandati da chi dei due si sentirebbe insultato il bambino . Fondamentalmente quei bambini non mangiano perché i "grassi" del mondo stanno finendo tutto senza ritegno , ingozzandosi fino a dover prendere il respiro tra un boccone e l'altro .

Adesso molla il piatto e vattene in palestra stronzo !    


domenica 1 aprile 2012

l'INFERNO DEL NOSTRO SCONTENTO .

E le notti passavano tutte tremendamente uguali . Non c'erano i colpi di scena dei grandi copioni di quella Hollywood del cazzo che ci aveva scopato il cervello .
Eravamo tutti delle dannatissime comparse mentre i protagonisti se la ridevano , ingrassando e bevendo champagne .
L'unica rivoluzione che riuscivo ad immaginare quella notte era quella interiore , quella che da dentro ti poteva scavare fino all'anima .
Eravamo nel pieno centro di una città che aveva smesso di appartenerci nell'inferno del nostro scontento con diavolette sexy pagate ad ore a punzecchiarci da dietro con i loro forconi boondage .
   " Vaffanculo . " pensai , " Fanculo tutti ma soprattutto ... Fanculo io ."
Eravamo animali da piano bar addomesticati alla mediocrità e non c'era da stupirsi se alla prima ventata di libertà finivamo per ubriacarci , per rubare o per darci di matto . Avevamo le anime storpie , guardavamo gli altri e continuavamo a guardarli e con tutta probabilità avremmo sempre continuato solo a guardarli .
Potevamo rifarci di tanto in tanto , volando basso e tenendo basse le nostre ambizioni come cagare in faccia ad'una famiglia testimonial delle brioche su canale cinque o violentarci i pensieri davanti ad un rebus domenicale.
Pub o non pub ? Questo era il dilemma .
I grandi si travestivano da giganti e i piccoli fingevano di essere dei nani . Portare tutto all'estremo .
   " Si ." pensai , "Portare tutto all'estremo ." .


         Ferdi   .