mercoledì 28 novembre 2012

GENOVA L'ILVA E GLI SCIOPERI

Gli scioperi causati dalla chiusura dell'ilva hanno creato a Genova, come in altre città, delle ripercussioni sul traffico e sui trasporti, aumentando così la visibilità dell'evento ai media.

Quello che mi ha lasciato in uno stato di perplessità, oltre al qualunquismo che si aggira da sempre attorno agli scioperi, farcito da frasi come "Eh ma mi dev'adar a lavurar" è stato il generale clima di assoluta confusione che la chiusura dell'ilva ha generato.
A Genova lo sciopero è arrivato quasi come un'eco del 2002, anno in cui vennero chiusa le cokerie, atto che segnò l'inizio del declino per la struttura nata dalle ceneri dell'Italsider. La questione ambientale fu l'anello centrale della questione, una pietra di volta che lasciò crollare uno dei reparti più importanti dell'ilva.
Nella zona di Cornigliano a Genova, vennero riscontrati dati allarmanti sulle micro polveri cancerogene nell'aria, dati che portarono a dei provvedimenti che il gruppo Riva a suo tempo dovette accettare non avendo portato gli stabilimenti a norma.
Da parte del gruppo Riva e da parte dei sindacati, non vi fu in seguito nessuna mossa strategica per trainare gli stabilimenti verso una strada perlomeno tollerabile per l'impatto ambientale, quindi la notizia della chiusura degli stabilimenti, pone al centro due questioni: quella morale e quella ambientale.
Questioni che lasciano il cittadino confuso e inerme, in quanto entrambi le questioni in ballo avrebbero dovuto essere a suo tempo affrontate con denunce da parte dei sindacati e con provvedimenti da parte del gruppo Riva.
Così, la smagnetizzazione delle tessere dei lavoratori a Genova e Taranto sconvolge l'opinione pubblica, provocando azioni come lo sfondamento dei cancelli e dividendo sempre di più le persone realmente toccate dai fatti da chi invece i fatti li decide, sebbene persone come l'ex onorevole Caruso,  siano in passato riuscite a sfondare le barricate (concettuali) tra queste due fazioni di una guerra tra pezzenti.


Ferdi.

martedì 27 novembre 2012

Stress al volante & Majakovskij e il fauvismo.

Ed ecco una serie di considerazioni nate dalla noia e dal nervosismo che il traffico genera in me ogni giorno ed ogni sera. Ho pensato di condividere questo mio momento di stress al volante con voi ponendo qualche questione artistica, per far passare un po' il tempo o perlomeno per far defluire il flusso di schizzati che si barcamena ogni sera in quel bordello ambulante che è la mia amata Genova.


Un saluto Ferdi.

domenica 28 ottobre 2012

FREAK SHOP

Il cattivo karma ci stava fottendo tutti come un’assassino psicopatico nascosto sotto le lenzuola, pronto a colpire e quello che ci rimaneva era solo il tempo per non impazzire del tutto. 
Avevo pubblicato un romanzo per il quale ricevevo una percentuale minima, il wineshop mi permetteva di pagare i conti dandomi al contempo tutto il tempo che mi serviva per scrivere e qualche volta riuscivo anche ad avere qualcuno al mio fianco. 
Quella era la mia Hollywood, pensai posando lo sguardo su Clara.
Studiai il suo modo di fare elettrico, mentre accendeva una sigaretta passandosi una mano tra i capelli.
Erano tutti terrorizzati dagli zingari, non ero mai riuscito a capire quella loro paura,
l’unica cosa che mi terrorizzava di quel popolo era la loro libertà.
Quella parola era come una prigione per quelli che come me erano cresciuti in cattività, avrei dovuto mollare tutto, il caldo sporco dell’estate e il freddo tenue dell’autunno, gli autobus sporchi e quella sporca città, cominciando a girare qualche altro sporco posto europeo.
Un’interrail, il coraggio, le paure, la rabbia, avevo il dannatissimo bisogno di dimostrare a me stesso di poter diventare uno zingaro. Forse allora tutti quelli stronzi dalle espressioni vacue mi avrebbero temuto. 
La libertà terrorizzava perché era come una droga, un’uomo che liberava il suo pensiero una volta, lo avrebbe fatto per sempre e questo era un dato di fatto.
  “Dici sul serio?” domandò poggiando la schiena nuda sulla testiera del letto.
Aveva un non so che di sconcertante, non sarebbe mai stata una di noi, quello era certo.
  “Come puoi cercare ispirazione in quei posti, tra quelle persone… Tra quelle donne ridotte in schiavitù. Credo che i nightclub rappresentino tutto quello che io odio.”
“Guarda che molte di loro lo fanno per diletto.”
  “Come fai a saperlo?”
“Perché le conosco.”
Non era una di noi, si riempiva la bocca com parole come “sfruttamento” o “terrore”, parole forti che dette da lei perdevano significato. Non sarebbe mai stata una di noi, un freak, non ne avrebbe mai avuto il taglio.
Si poneva come una reietta nei confronti del mondo ma col tempo i il suo fare si sarebbe smorzato e avrebbe trovato la pace, mentre io avrei continuato a riempire i miei diari da outsider nelle stanze d’albergo. Ne stavo perdendo un’altra, col tempo la cosa era divenuta indolente ma ne stavo comunque perdendo un’altra. Era una buona amante dopotutto, un’ottima amante.
Parlammo ancora, restandocene nudi fino a quando lei prese le sue cose, la sua pazzia, i suoi principii e le sue idee progressiste per poi andarsene lasciandosi dietro la porta.
Non avevo ideali, volevo semplicemente scrivere e scrivere voleva dire vivere alla giornata e chi viveva alla giornata non si poteva permettere degli ideali in quanto se ne avesse avuto occasione, avrebbe tradito perfino quelli.
Mi scrisse dopo qualche giorno descrivendomi come un pazzo egocentrico, cosa che poi non differiva tanto dalla realtà. Ero sempre riuscito a farmi odiare dalle persone senza metterci il minimo impegno, era quasi una sorta di dono; le facevo imbestialire .
Disse che se era il degrado ad ispirarmi, sarei dovuto andare a visitare le macerie dei paesi distrutti dalle bombe ma non aveva capito che la mia guerra era molto più effimera e veniva dal di dentro. Disarmare i pensieri diveniva col tempo un vero e proprio lavoro.
Non potevo prendermela con nessuno, mi ponevo male davanti alle persone ed in qualsiasi contesto riuscivo sempre a trovare le parole sbagliate, potevo usare la scusante dello zingaro ma i veri zingari erano quelli che sfottevano dal freddo in vecchie roulotte e non dei cazzoni rincoglioniti dai drammi esistenziali.
Mi alzai ed andai verso la finestra, l’autunno mi accarezzava la faccia con il suo vento sottile, era la mia città nonostante tutto e c’erano abbastanza locali, donne e librerie per ingannare il tempo; mi sentivo come un imperatore che lasciava cadere il suo sguardo sulla sua personale Roma in miniatura. Era la mia città, non il centro del mondo ma perlomeno il centro del mio di mondo.
Mi alzai dal letto per pigiare qualche nota sul pianoforte giusto per fare del rumore una musica d’intrattenimento. Il telefono squillò interrompendo l’armonia, il silenzio, la noia e il non scrivere.
Lo stridente squillare s’impadronì di tutto quello che il vuoto si portava appresso.
  ”Ehi, oggi niente storie, ci vediamo per le dieci e trenta.”
“Facciamo per le dieci e trentacinque?”
  ”Stai guardando la televisione Fede?”
“No, fingo di saper suonare il pianoforte e mi atteggio a modi musicista disadattato.”
  ”Questa dovresti scriverla.”
“Probabilmente lo farò.”
  ”A dopo .”
” Ciao.”
Avere amici fondamentalmente era come avere un buon fuoco di copertura in quella immensa trincea che era la follia notturna. Il mio scrivere era sempre stato grezzo ed istintivo, non ero mai stato in grado di farlo in modo diverso.
Per come la vedevo io l’unica cosa che doveva fare una persona con una penna in mano era il non prendersi mai sul serio, spedire i propri manoscritti e aspettare, uscire e rincasare.
Non era mai stato un qualcosa di meccanico o quant’altro, era semplicemente il guardare tutto con gli occhi di chi ancora riusciva a stupirsi di tanto in tanto.
Scrivere era andare nei posti meno raccomandati ed addormentarsi nella tana del lupo a dispetto di tutti.
Non smettevo di scrivere come non smettevo di respirare.

sabato 27 ottobre 2012

IL DAVIDE INTERIORE

Perché internet? Perché questo spazio daI guadagni incerti e sul quale chiunque può sputare qualcosa e renderlo visibile a tutto il mondo?
Semplice, perché i guadagni incerti sono sempre meglio dei guadagni nulli e perché anche se sei chiunque puoi sputare qualcosa e farlo rimbalzare in tutto il mondo.
Internet libera il nostro David Lynch interiore e liberare il tuo personale Davide interiore ti può far finire in un mondo di orecchi, pezzi di torte , periferie e tazze di caffè fumanti, nani ballerini e luci ad intermittenza.
Per scrivere, per dipingere e anche solo per pensare io ho bisogno della mia loggia nera, con i suoi personaggi posseduti da cani e donne che parlano come robot.
Un vaso, un albero, qualsiasi cosa vista con gli occhi del vostro Davide interiore vi sembrerà l'oggetto più interessante della terra e  questo vi porterà a produrre qualcosa; qualcosa che potrebbe essere anche merda ma in fin dei conti tutti caghiamo almeno una volta al giorno, stitici a parte.
Accendere il computer e buttare giù qualcosa solo per generare un feedback significa ascoltare quel pazzo brizzolato che abbiamo dentro mentre grida silenziosamente "I GUFI NON SONO QUELLO CHE SEMBRANO"...    
La questione è una, bisogna dipingere quando si scrive e scrivere quando si dipinge, suonare quando si recita e recitare suonando in quanto tutta l'arte è identica. Questo è quello che Lynch ha insegnato a tutti noi con la sua opera, questo è Wilde, questo è yoga e questo potrebbe essere anche Yoda, il maestro.


Qualcuno potrebbe trovare strano questo articolo, ma se siete finiti qui probabilmente avete visto qualche film di Lynch e chi ha visto le pellicole del Davide è vaccinato al termine "STRANO".



FERDI & BOB.

giovedì 25 ottobre 2012

POSTA SILENZIOSA eBOOK

Posta silenziosa, il mio nuovo eBOOK è disponibile dai link in alto a destra, in versione solo per iPAD e in versione PDF per pc, Mac, dispositivi Android e iPHONE .


POSTA SILENZIOSA: Racconto scritto con un taglio estremamente moderno, frutto di una ricerca compiuta sui più importanti romanzi epistolari europei .
Il racconto tratte delle avventure di due personaggi dediti al sesso sbagliato, ai locali sbagliati e tutto ciò che di sbagliato ci possa essere. Un susseguirsi di cattiverie e giochi di potere che potrebbero sembrare fini a loro stessi, mascherati dal sentimento della vendetta.
Un intrigo disegnato con una matita morbida che potrebbe finire col disegnare le ali agli angeli bruciati e lascivi di una Genova in fiamme.

POSTA SILENZIOSA eBOOK

D'annunzio sosteneva che dormire fosse un vizio stupido, che finiva solo ed esclusivamente per rubare del tempo alle  persone; persone che avrebbero potuto fare dell'altro.
Così dopo una notte in bianco passata a gestire dati bancari e altre pseudo-stronzate che non hanno niente a che spartire ne con l'arte e ne con Dannunzio.

Con estremo orgoglio, presento sul baccanale POSTA SILENZIOSA (versione per ipad), acquistabile dal link in alto a destra con un semplice click del vostro cazzutissimo mouse.

Per ora metto qui sul sito solo la versione per ipad perché per quella in pdf devo attendere la pubblicazione sul kindle store che renderà possibile l'acquisto del mio eBOOK direttamente da AMAZON e da ogni lettore eBOOK reader (Kindle ecc...).
Quindi con tutta probabilità entro questa sera sarà disponibile anche la versione per Pc, Mac, piattaforme Linux, piccione viaggiatore e tutto il resto.


POSTA SILENZIOSA: Racconto scritto con un taglio estremamente moderno, frutto di una ricerca compiuta sui più importanti romanzi epistolari europei .
Il racconto tratte delle avventure di due personaggi dediti al sesso sbagliato, ai locali sbagliati e tutto ciò che di sbagliato ci possa essere. Un susseguirsi di cattiverie e giochi di potere che potrebbero sembrare fini a loro stessi, mascherati dal sentimento della vendetta.
Un intrigo disegnato con una matita morbida che potrebbe finire col disegnare le ali agli angeli bruciati e lascivi di una Genova in fiamme.



Grazie a tutti, FERDI.

mercoledì 24 ottobre 2012

LAVORANDO COME STRONZI NELLO SPAZIO CIBERNETICO.



Con una gamba ferma e costretto a letto, preso dall'apatia, dalla noia e dalla quantità immane di tempo impiegato nella stesura di un nuovo romanzo, ho deciso di buttarmi in un nuovo progetto per distrarmi 
un po', un progetto particolare che spero potrà allietare i minuti di qualcuno.
Nel caos del computer e in quello della mia testa ho trovato un racconto e dopo averlo letto e riletto ho deciso di farne un qualcosa accessibile a tutti, lettori del baccanale e non.
Così nasce il mio primo racconto in E-book, disponibile se tutto va bene in giornata o al massimo entro un paio di giorni.
Un E-book, eco sostenibile, equo solidale, economico, ecco il racconto, ecologico ed eco illogico.
Vaniloqui a parte, in questo momento sono chino sul Mac dietro all'impaginazione e alle correzioni del racconto in questione.
Il titolo del racconto verrà svelato al più presto mentre qualche anticipazione, si può anche dare...
Parlerà del gestore di un ristorante che rimbalza da un rapporto occasionale all'altro con l'unica pretesa di svuotare se stesso e dell'avvocato Vittorio, un personaggio subdolo e viscerale, capace di portare l'edonismo ad un nuovo livello di cattiveria fine a se stessa .
Questo piccolo SAGGIO SULLA CATTIVERIA oltre ad avere una trama che prometto avvincente e scrupolosa è sicuramente dotato di un gergo e di una stesura del tutto nuovi e sperimentali, frutto di uno studio basato sulla lettura di una serie di romanzi dei quali parlerò nella descrizione del prodotto.
Spero di aver fatto cosa lieta e di non avervi rubato del tempo prezioso.


FERDI.